Il Piano Cerdà per l’Eixample e la strada più lunga di Barcellona e quella più corta.

L’inconfondibile mappa di Barcellona, la  scacchiera d’Europa e alcune cose curiose da conoscere.

Tra le tante città europee da visitare sicuramente Barcellona è quella più semplice per muoversi in libertà tanto a piedi quanto in scooter o in auto.

La mega scacchiera voluta grazie al Piano Cerdà ci ha regalato una mobilità semplice da memorizzare e oggi vi regalo alcune tips per meglio comprenderla e soprattutto per muovervi fuori dai percorsi metropolitani. 

Il mondo è pieno di cose interessanti e Barcellona sembra racchiuderne tante: 9 siti UNESCO, una diversità architettonica incredibile, festival di ogni genere e in ogni settimana dell’anno, opere d’arte a cielo aperto e tanta street art (leggi qui l’articolo dove trovare le più interessanti).

Una cosa che noterete subito è che il 99% delle strade di Barcellona sono a senso unico. Una bella comodità.

Intanto partiamo dal fatto che a Barcellona abbiamo la seconda strada più lunga di Spagna. Gran Via de le Corts Catalanes con i suo 13 chilometri ininterrotti e circa 690 numeri civici inizia a l’Hospitalet de Llobregat (più o meno vicino all’Aeroporto El Prat) e termina a Sant Adria de Besos.

Al terzo posto della classifica nazionale troviamo Carrer de Valencia, sempre qui a Barcellona con 5,2 chilometri.

E la strada più corta? Prima di arrivarci scopriamo insieme cosa è successo non più tardi di quasi duecento anni fa.

Era il 1840, più o meno, e l’espansione di Barcellona era di fatto un evento irrefrenabile e da ri-organizzare.

La storia di Barcellona è nota per essere passata attraverso numerose trasformazioni a partire dalla colonia romana di Barcino cinta dalle sue possenti mura fino alla seconda edificazione del 1200 che ha portato l’espansione della città dal Parc de la Ciutadella alle Ramblas e a seguito della peste del 1300 con la terza muraglia inglobando l’attuale barrio del Raval con orti, campi coltivati e servizi sanitari come ospedali, lebbrosari e orfanotrofi. 

Tutto il resto era campagna.

Barcellona arriva al 1800 con la più alta densità abitativa d’Europa, davanti a Parigi e Londra, e con una sempre più crescente problematica di accoglienza di emigrati, data la sua irrefrenabile natura commerciale e industriale.

A nord della città, proprio alle pendici del Tibidabo, Vila de Gràcia conserva ancora le sembianze di paese autonomo e distaccato anche a livello amministrativo ma presto sarà annessa alla città proprio per mezzo di quel viale che porta il suo nome: Passeig de Gràcia.

L’avvento della rivoluzione industriale e il boom demografico portò all’esigenza di organizzare strade, quartieri abitativi e quindi indire un concorso per il migliore Piano urbano.

La demolizione delle antiche mura avvenuta a metà del 1800 apre così la strada (e le strade) alla Barcellona che oggi tutti conosciamo.

L’Eixample, un progetto di solidarietà urbana.

Eixample in catalano significa “ampliamento, espansione” e il progetto che oggi viviamo nel nostro quotidiano è stato realizzato dall’ingegnere Ildefonso Cerdà.

Un concorso però vinto in prima battuta dall’architetto Antonio Rovira i Trias, già direttore dei lavori di demolizione delle mura, ma che in ultimo fu assegnato a Cerdà su decreto del Governo centrale. 

Se volete conoscerlo di persona potete tranquillamente raggiungere la piazza a lui intitolata nel quartiere di Gràcia dove vi accoglierà seduto si di una panchina davanti alla mappa del suo progetto.

Nel progetto di Ildefonso Cerdà troviamo invece una uniformità urbanistica con la distribuzione delle strade, non più a raggiera rispetto a Plaça Catalunya come pensò Rovira i Trias, ma in modo lineare e parallela rispetto al mare.

Il Piano Cerdà in questo modo ha favorito la realizzazione di strade lunghe, lunghissime che fiancheggiano la costa mediterranea e intersecate da altrettante strade a partire da Vila de Gràcia fino alla costa.

E c’è di più. Tutte strade a senso unico per facilitare la mobilità, evitando ingorghi e incidenti.

I principi ispiratori di Cerdà dunque sono la circolazione urbana, una maggiore distribuzione di aree verdi e una equa suddivisione dei quartieri dove ogni zona doveva avere un mercato rionale, centri scolastici, parco urbano, sedi amministrative locali e altre comodità sociali. Ultimo ma non ultimo una equa politica fondiaria che si traduceva in una lottizzazione uniforme dei vari isolati creati da questa scacchiera.

In tutto questo non dobbiamo dimenticare il potenziale economico e industriale che Barcellona stava vivendo attirando ricchi borghesi e impresari che con le loro fabbriche e aziende attirando sempre più lavoratori da tutta la Catalunya e dalla Spagna (soprattutto dal sud).

Quest’ultima ragione ha portato ad un parziale fallimento del Piano Cerdà non essendo più sufficiente la disponibilità abitativa proposta che portò a una naturale e sconsiderata modifica di alcuni canoni: riduzione delle aree verdi e variazione dell’altezza massima degli edifici passando dai 16 metri iniziali a 24 (circa 7 piani).

Per non parlare del volano della corrente Modernista che ha cambiato quelle facciate uniformi con l’ingegno dei maggiori architetti del tempo.

Le ampie strade di 20 metri di larghezza che si intersecano in modo uniforme e unico al mondo come una scacchiera sono animate da due tagli diagonali, due enormi viali larghi 3-4 volte tanto, che si incrociano una grande piazza candidata a diventare il nuovo centro urbano di Barcellona: Plaça de les Glories Catalanes che tutti ora identifichiamo grazie a quel enorme suppostone, uno degli ultimi protagonisti dello Skyline di Barcellona. 

Nella testa dell’ingegnere Ildefonso Cerdà c’era la ricollocazione del centro cittadino in questo incrocio importantissimo per lo snodo urbano, ma che non sortì l’effetto di centralità pensato.

Le due diagonali (Avinguda Diagonal e Avinguda Meridiana) in questa piazza sono intersecate dalla strada più lunga di Barcellona, Gran Via de les Corts Catalanes, la seconda strada più lunga di Spagna. 

E la strada più corda di Barcellona dunque dove si trova?

Proprio nel cuore del quartiere che tutti conosciamo come El Born, a due passi dalla Cattedrale di Santa Maria del Mar abbiamo Carrer de l’Anisadetta, la strada che potete percorre in soli 4 passi, la più corta di tutta Barcellona. 

Dalla Colonia romana di Barcino stretta nelle sue millenarie mura, al loro abbattimento nel 1200 e 1300 ricreando nuove aree abitative, nella realtà dei fatti la mappa dell’Eixample è una delle identità di una città che continua a evolversi sempre più grazie a nuovi grattacieli nella nuova zona fieristica tra la città stessa e l’Aeroporto oppure sul lato opposto verso la provicia nord.

Ma con una sola avvertenza. Nessuno, e dico nessuno può edificare in alto più di quello che sarà la torre di Gesù della Sagrada Familia (ovvero 172,5 metri).

Così disse Gaudì per il suo progetto… 

Riusciranno i futuri architetti a rispettare una volontà non più sociale ma morale verso la storia di questa meravigliosa città?

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