EL FOSSAR DE LES MORERES
L’inizio della fine di Barcellona raccontata nella piazza a lato di Santa Maria del Mar
La perenne fiaccola che commemora l'11 settembre 1714.
È UNA DATA CHE AVRETE SICURAMENTE GIÀ SENTITO PIÙ VOLTE DURANTE LA LETTURA DELLA STORIA DI BARCELLONA.
11 SETTEMBRE 1714, L’INIZIO DELLA FINE NELLA PIAZZA DI FIANCO LA BASILICA DI SANTA MARIA DEL MAR.
La travagliata storia di Barcellona è millenaria, esattamente come la sua continua lotta di rivendicazione indipendentista.
Conosciamo bene le recenti cronache che hanno fatto riemergere un sentimento da sempre contrastato dai poteri politici ed economici dello stato centrale di Madrid.
Le origini del Fossar de les Moreres.
In questo luogo vi era un cimitero della parrocchia di Santa Maria del Mar e qui furono sepolti i sostenitori catalani caduti in guerra durante l’assedio delle truppe francesi e spagnole al servizio di Filippo V.
Un evento che abolì le istituzioni pubbliche e governative della regione catalana.

Già nel XII secolo si hanno tracce del cimitero a lato della chiesa di Santa Maria del Mar e si racconta che il parroco si recò dal regnante per chiedere di donargli i terreni adiacenti la chiesa per tale scopo.
Dopo aver meditato a lungo il sovrano concesse l’area con la condizione che entro un periodo massimo di quindici giorni un parrocchiano doveva essere stato sepolto ne suo terreno.
Diversamente, se il terreno non fosse stato usato, la donazione non avrebbe avuto seguito.
Il giorno dopo la scadenza, non essendoci stata nessuna sepoltura, il regnante si recò in parrocchia per cancellare la donazione fatta.
Ma quando arrivò sotto i gelsi (les moreres) che adornavano la piazza fu colpito da un attacco cardiaco che pose fine alla sua vita.
Fu così che lo stesso donatore dei terreni divenne il protagonista ad “inaugurare” il cimitero di Santa Maria del Mar.
Nel 19mo secolo, con i nuovi regolamenti sanitari, molti cimiteri parrocchiani furono trasferiti altrove e le loro aree, una volta bonificate, furono trasformate in piazze pubbliche.
Le origini dei versi sul muro del Fossar de les Moreres.
Nel 1913 alcuni giovani operai del Clot (la zona presso la spettacolare Torre Glories) incisero i versi patriottici di Serafí Pitarra su di una tavola di legno posta su di un muro della stessa piazza.
Durante le serate letterarie precedenti le commemorazioni dell’11 settembre 1714 la piazza si gremiva di genti che tra bandiere e fiori recitavano o cantavano i versi del poeta.
Due anni dopo il Consiglio comunale la sostituì con una lapide di bronzo, scomparsa nel 1939, con tutta probabilità ad opera dei sostenitori del regime franchista.
Al fossar de les Moreres no s’hi enterra cap traïdor,
fins perdent nostres banderes serà l’urna de l’honor.
Non c’è nessun traditore sepolto nel fossato dei gelsi,
e anche perdendo le nostre bandiere questo luogo sarà l’urna dell’onore.
Questo verso proviene dalla storia di un uomo che seppellendo i corpi dei combattenti in difesa di Barcellona, aiutato da suo nipote, non depose qui il corpo di suo figlio e di suo padre poiché indossavano l’uniforme dell’esercito nemico.
Nel rifiutarsi pronunciò il verso che ora troviamo scritto lungo il muro di questa piazza.
I versi del poesta catalano Serafí Pitarra descrivono quel momento seppur non esistano prove storiche o archeologiche che convalidino questo specifico episodio.
Il monumento ai caduti del Fossar de les Moreres e la fiamma perenne nella piazza.
Alla fine degli anni ’80 la piazza fu urbanizzata con l’obiettivo di installare un monumento in memoria dei caduti nel 1714.
Furono demolite alcune case per dare spazio a questa piazza, così pure il passaggio sopraelevato che collegava la basilica di Santa Maria del Mar con l’edificio del Capitanato.

Arriva così un muro di granito rosso che delimita la piazza dal fianco destro della chiesa.
I turisti di Destino Barcellona: consapevoli e rispettosi.

Sfortunatamente il muro è spesso usato come panchina per sedersi. Addirittura per bivaccare o mangiare… Una mancanza di rispetto data sicuramente per la non conoscenza di questo luogo.
Riposarsi va bene, ma a tutto c’è un limite! 🙂
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