LA STORIA
DELLA BALDOSA
Il Panot de Flor, la famosa mattonella,
indiscussa icona di Barcellona
Camminare per le strade di Barcellona
tra storia e leggende iconiche
BARCELLONA È UNA CITTÀ FACILE DA GIRARE A PIEDI.
ANCHE NELLE LUNGHE DISTANZE SEMBRA NON STANCARE MAI TRA MONUMENTI E STORIE MILLENARIE.
MA C’É UN PARTICOLARE CHE NON TUTTI CONOSCONO O HANNO NOTATO…
Non c’è blog o sito internet su Barcellona che non ne parli.
La storia della Baldosa è un appuntamento al quale nessun turista può esimersi dal viverla.
Quante volte camminando a testa in su hai concluso la giornata con una bella cervicale? Pur di non perdere nessun particolare delle bellezze di Barcellona questo rischio è sempre alla porte…

Però a ben guardare anche la pavimentazione di buona parte dell’Eixample ci racconta un pezzo di storia da non perdere.
Ma cos'è la Baldosa de Barcelona?
La puoi chiamare anche Flor de Barcelona o in catalano PANOT DE FLOR o se vuoi semplicemente la Rosa di Barcellona.
É un piastrella di cemento che misura 20 cm x 20 cm, riproducente in negativo un cerchio e quattro petali e le sue caratteristiche più rilevanti sono da sempre l’enorme resistenza e la sua facilità di manutenzione.
Infatti quando bisogna sostituirne una rotta, si lavora solo su quella danneggiata senza intervenire sulle circostanti.

Per anni si è creduto che fosse la stessa tessera all’ingresso di Casa Amatller in Passeig de Gràcia – su disegno dell’architetto Josep Puig i Cadafalch.
In realtà si somigliano tanto. Ma non è lo stesso design né lo stesso materiale.
L’ingresso di Casa Amatller è costituito da grandi blocchi di pietra di Montjuïc in cui i fiori sono stati scolpiti uno ad uno…
Il chilometro Zero del Modernismo
Se sei giunto davanti a Casa Amatller per verificare di persona ti sarai reso conto anche che davanti alla casa c’è un Panot de Flor circolare e rosso.

Indica la Ruta Modernista de Barcelona: ogni volta che ne vedrai uno per terra vuol dire che sei davanti a un monumento di interesse modernista e quello installato davanti Casa Amatller è il CHILOMETRO ZERO!
Perché Casa Amatller è il primo edificio in stile modernista di Passeig de Gràcia.
Passeig de Gràcia e il panot di Gaudí
Osservando la rosa rossa qui davanti ti sarai reso conto anche della differente piastrella utilizzata per pavimentare tutta Passeig de Gràcia.

La pavimentazione è successiva all’epoca modernista (1860 – 1920 circa) ed è un chiaro omaggio al più grande artista di Barcellona Antoni Gaudí essendo proprio suo il disegno che stai calpestando.
Questo esagono con all’interno tre differenti figure – che a loro volta nell’incastro con altri esagoni riproducono tre disegni – era stato progettato per la pavimentazione di Casa Milà, La Pedrera.
Alla fine di questo articolo leggi la pagina dedicata alla “telenovela” riguardante la famiglia Milà.
La vera storia del Panot de Flor
La tessera di cemento fu utilizzata per la prima volta con l’intento di risolvere in città – intorno all’inizio del 1900 – i problemi causati dal fango, in particolare nel distretto dell’Eixample.
Inizialmente i criteri di copertura dei marciapiedi davanti ai singoli edifici era lasciato al volere dei proprietari dei palazzi producendo una certa confusione.

Immediatamente una ordinanza comunale indicò l’obbligo di utilizzo di materiali forniti dal Municipio e se si voleva utilizzare altro materiale, era necessario chiedere un permesso speciale. Materiali che ben presto vennero abbandonati per il loro elevato costo.
Alla fine per il menefreghismo di alcuni e il fai-da-te di altri le strade dell’Eixample erano sempre fangose.
La crescente cattiva immagine delle nuove strade dell’Eixample portò all’approvazione di misure omogenee valutando una soluzione economica ed efficace come quella utilizzati da alcuni proprietari, ovvero il cemento idraulico.
Queste mattonelle consentivano di creare mosaici facili alla manutenzione e più di tutto si uniformava al progetto di omogeneità desiderato nel Piano Cerdà.
Così la grande industria catalana famosa per la produzione di cemento e mosaici realizzò una versione molto più resistente dalla forma quadrata.

Furono proprio loro a realizzare la pavimentazione esagonale con il disegno di Antoni Gaudí che troverà posto in Passeig de Gràcia solo 90 anni dopo dal progetto per La Pedrera.
La prima gara d’appalto pubblica fu vinta nel 1906 per la copertura di 10.000 metri quadrati dall’azienda Escofet, tutt’ora la più grande azienda di produzione di Panot e arredi urbani.
Per partecipare a quella famosa gara d’appalto era necessario presentarsi con un campione di 18 disegni senza alcuna specifica dimensione o peso.
Molti costruttori lamentarono che la mancanza di indicazioni tecniche avrebbe fortemente variato i prezzi delle offerte e l’anno successivo arrivarono le misure e il tipo di materiale quanto mai più simili a una tipologia di piastrella già in uso in alcune strade barcellonesi con il disegno a quattro cerchi concentrici.
La scelta si fermò su cinque modelli: il fiore, il teschio, i cerchi concentrici, quella divisa in quattro quadrati e quella in quattro cerchi.

Alcuni modelli, anno dopo anno, vennero pian piano estromessi dal sempre più ampio consenso che il Panot de Flor riscuoteva fra la cittadinanza.
E pensare che decenni fa la produzione della Rosa di Barcellona fu interrotta con l’intento di proseguire quella con i cerchi concentrici ma a furor di popolo venne rimessa subito in produzione!
In realtà a Barcellona ci sono più di venti tipologie differenti di piastrelle utilizzate per la pavimentazione delle zone pedonali ma solo il Panot de Flor è diventato il simbolo della città, uno dei più diffusi e con la storia sicuramente più emozionante.
È un simbolo VIRALE: basta guardare un attimo su Instagram i profili a lui dedicato.
Dal marciapiede ai souvenir, oggi puoi trovare la Rosa di Barcellona ovunque. Sulle tazze, stampate sulle t-shirt, come gioiello… e pure nei dolci!

Dal marciapiede ai souvenir, oggi puoi trovare la Rosa di Barcellona ovunque. Sulle tazze, vasi d’arredo, stampate sulle t-shirt, in tantissimi prodotti di cartoleria, per la cucina… e pure nei dolci!
Nella foto vi suggerisco tre miei cari amici: BARCELONING con una ampia varietà di souvenir dedicati al Panot de Flor (e non solo), CALPA la più importante pelletteria del Barrio Gotico, JESMONITE un laboratorio nel quartiere di Gràcia dove potete ricreare con le vostre mani la baldosa.
Curiosità e particolarità del Panot
La piastrella del Panot de Flor è stata anche l’origine del design della famosa piastrella di Bilbao divenuta anche qui simbolo cittadino.
Un’altra particolarità proviene dal comune di Lisbona dove troviamo la prima calçada portoghese molto simile a quella barcellonese ma molto più datata.
Le uniche tracce storiche sono quelle riguardanti l’invio da parte del Consiglio comunale di Lisbona dei maestri costruttori nelle città europee come Parigi per effettuare dimostrazioni, ma mai in Spagna.
Tuttavia un importante industriale portoghese si trasferì a Madrid brevettandone la tecnica e vendendola a un uomo d’affari catalano.
Attualmente la copertura della piastrella più famosa di Barcellona copre circa 5 milioni di m2 vivendo in perfetta simbiosi con altre texture e altre pavimentazioni a mosaico facendole concorrenza, come quello di Joan Mirò sulla Rambla e in Carrer Pau Casals.
Su Passeig de Gràcia ti ho già nominato quella esagonale disegnata da Antoni Gaudí ma forse non sai che nel 1977 le prime che vennero installate erano di dimensione maggiore e di colore blu.
In alcune isole destinate ai parcheggi presenti lungo il viale forse ne puoi scorgere ancora qualcuna.
Nel 2008 il Consiglio comunale decise di sperimentare una nuova baldosa: la trovi ancora in Carrer Ganduxer al civico 130 (distretto di Sant Gervasi).

Un progetto per il nuovo millennio composto da quattro “B” maiuscole che però fu letteralmente distrutto dalla critica del giornalista Lluís Permanyer su La Vanguardia.
“Una piastrella inadeguata”. Così inizia l’articolo di Lluís Permanyer nel quotidiano La Vanguardia del 13 giugno 2008.
Una critica che non si è risparmiata punti esclamativi super affilati!
I curiosi possono andare a vederla tra Carrer d’Emancipació e Maó. Una cosa è la resistenza che offre, dell’acqua ben espulsa e il suo antiscivolo.
Un’altra cosa è il risultato visivo.
Così tante B di Barcellona sembra fin troppo pieno e trasmette una immagine un po’ ossessiva. Quest’ultimo difetto potrebbe essere addirittura fastidioso.
Il test della nuova pavimentazione è stato effettuato su uno stretto marciapiede ma non credo che in grandi spazi come i marciapiedi di Plaça Catalunya possa offrire un paesaggio eguale.
Mi sembra giusto lo schietto rifiuto dell’architetto Juli Capella. “Stop alla banale modernità che ignora la parte storica”.
Il sindaco Maragall ha regalato al Museo Olimpico di Losanna nel 1996 un metro quadrato di Barcellona scegliendo una composizione realizzata con piastrelle del modello che Puig i Cadafalch aveva disegnato per l’atrio di Casa Amatller. Fu quello il disegno che il Comune decise di utilizzare sui marciapiedi dal 1915 e sistematicamente in tutto l’Eixample nel 1929.
É il simbolo di “Barcellona posa’t guapa” (Barcellona fatti bella – campagna di promozione in occasione delle Olimpiadi del ’92). Preferisco questa opzione.
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