LA STORIA DI BARCELLONA
(dal 1800 ai giorni nostri…)
per conoscere Barcellona come una guida!
Prosegue la storia di Barcellona verso la rivoluzione culturale e architettonica.
ARRIVA LA GRANDE EPOCA DELLE TRASFORMAZIONI DI BARCELLONA. DAL 1800 IN POI UNA IRREFRENABILE CRESCITA MORALE, CULTURALE E SOCIALE…
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La Rivoluzione Culturale di Barcellona
I due secoli che Barcellona sta per vivere saranno di totale trasformazione urbana: si aprono nuove strade, si abbattono cinte murarie, si creano nuovi quartieri e la borghesia e gli industriali fanno letteralmente a gara per acquisire palazzi e prestigio.

Nel 1840 viene posta la prima pietra per la costruzione del Mercat de la Boqueria, nel 1844 quella per il Teatro del Liceu e del Mercato di Santa Caterina.
Il piano Cerdà per l’ampliamento urbano apre la “città quartiere” dal disegno meglio riconoscibile al Mondo: una scacchiera con oltre 125 km di strade reticolari e lunghissime.
L’avvento economico mosso dal volano della Rivoluzione Industriale avanza di pari passo con quello culturale e artistico sostenuto dalla corrente letteraria chiamata “Renaixença” interessandosi anche di arte, storia e simbolismo al fianco dei mecenati, pronti alla rivendicazione catalanista e della lingua catalana, come Eusebi Güell, imprenditore introdotto nella vita politica della città.
La Rivoluzione Culturale di Barcellona
Con lo scoppio della rivoluzione e la salita al potere dei nazionalisti catalani il Parc de la Ciutadella prende il posto della fortezza militare dando spazio ai futuri lavori per la prima Esposizione Internazionale di Barcellona: siamo nel 1888 e viene eretto il primo Arc de Triomf non dedicato a una guerra ma all’ingegno e all’innovazione.

Mentre Barcellona viene unita al quartiere di Gràcia con la signorile Passeig de Gràcia, i palazzi della città vengono impreziositi a livello architettonico attraverso una nuova corrente artistica: il Modernismo.
Gli artisti di Barcellona
Parlare di arte a Barcellona vuol dire essere trasportati nel mondo di Antoni Gaudí, sicuramente l’artista che meglio ha saputo rilanciare la città grazie a un insolito uso delle forme architettoniche.
Numerose sono le sue opere incluse nella lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO: Park Güell, Palau Güell e Casa Milà – La Pedrera, Casa Vicens, Casa Batlló, la Sagrada Familia e la Cripta di Colonia Güell.

Ma la lista delle sue opere prosegue con i lampioni in Plaça Reial, e quelli in Pla del Palau e poi Casa Calvet, Torre Bellesguard, Colegio Teresinas, la baldosa di Passeig de Gràcia, i Pavillon de Finca Miralles, i portali di Finca Güell e la fontana di Ercole all’interno del Reial Jardines de Pedralbes.
Barcellona non è solo Gaudì e la corrente Modernista ha dato ingegno e passioni a tanti altri artisti come Lluís Domènech i Montaner.

Tutti lo conosciamo per il Palau de la Musica Catalana e Casa Lleó Morera (nell’isolato definito la Manzana de la Discordia, su Passeig de Gràcia), il Castell dels tres Dragons all’interno del Parc de la Ciutadella, Casa Fuster – un prestigioso hotel di lusso alle porte di Gràcia -, l’Editorial Montaner ora sede della Fundació Tàpies, e tantissime altre opere disseminate in tutta la città.
Il terzo grande artista del Modernismo catalano è senza ombra di dubbio Josep Puig i Cadafalch partecipe nella Manzana della Discordia con Casa Amatller, il chilometro zero del Modernismo a Barcellona.
È lui l’autore della Casa de les Punxes, un insolito castello germanico in pieno centro, la storica Casa Martí sede del mitico ristorante El Cuatre Gats, il Palau Barò de Quadras sede dell’istituzione linguistica catalana, le imperdibili quattro colonne davanti al Palau Nacional e Fontana Magica, e tante altre opere.
Joan Mirò è il quarto artista Made in Barcelona che, attraversando il Novecento ha saputo rivoluzionare l’arte con le nuove correnti quali Surrealismo, Cubismo ed Espressionismo.
La sua arte la potete ammirare già al Terminal 2 dell’aeroporto El Prat di Barcellona con un enorme murales. Oppure al centro della Ramblas con un moderno mosaico. La sua immensa collezione che egli stesso volle creare e rendere disponibile attraverso la Fundació Mirò, è proprio sulla collina di Montjuïc.
Il quinto artista di Barcellona, seppur sia nato a Malaga è Pablo Picasso, il padre del Cubismo. Tutti conosciamo le sue opere, come la Guernica esposta al Museo Nacional del Prado di Madrid.

Ma qui a Barcellona l’artista ha vissuto la sua giovinezza maturando durante i periodi blu e rosa la consapevolezza di espressione astratta.
Esposto in tutto il Mondo, qui a Barcellona ci regala all’interno del Museo a lui dedicato una delle più vaste e visitate collezioni all’interno di un congiunto medievale con oltre 4.000 opere, la maggior parte delle quali risalgono proprio alla gioventù dell’artista trascorsa in città.
Le Olimpiadi del 1992
Barcellona vive la sua terza rinascita culturale ed economica dando avvio a un volano turistico inarrestabile. Sono le XXV Olimpiadi famose come Barcelona ’92 e la strepitosa colonna sonora di Freddie Mercury con la soprano barcellonese Montserrat Caballé.

Questo evento sportivo ha fatto entrare la città nell’ideale collettivo universale (cit. Juan Carlos Montiel – direttore generale di Barcelona Regional, azienda pubblica creata dopo i giochi olimpici per dare continuità al progetto innescato dall’evento olimpico).
Portò una nuova ondata di ottimismo proprio negli anni successivi la liberazione dalla dittatura franchista regalando alla città numerose trasformazioni come l’importante riqualificazione dell’intero quartiere de La Barceloneta e la realizzazione del litoraneo balneare cittadino e del quartiere della Vila Olimpica per ospitare circa 10.000 atleti.
I lavori per le Olimpiadi hanno come obiettivo il bene dei cittadini, migliorando la città e regalando aree e strutture che sono tutt’ora un prezioso tesoro come il recupero della collina di Montjuïc dopo il totale abbandono della Expo del 1929.
Queste opere contribuirono anche alla necessità di investire sulla riqualificazione della viabilità con migliorie per l’aeroporto, la metro, le ferrovie e i parcheggi.
Verso il 2026...
Una delle domande che i miei followers e viaggiatori mi pongo sempre è: quando sarà terminata la Sagrada Familia?
Mi verrebbe da rispondere come faceva Antoni Gaudí a coloro i quali gli domandavano la stessa cosa: “Il mio cliente non ha alcuna fretta. Dio ha tutto il tempo del mondo”.

Il 2026 è stata la data designata per la conclusione dei lavori del Tempio Espiatorio, e corrisponde al centenario dalla morte del Maestro, avvenuta il 10 giugno 1926.
Purtroppo a causa della pandemia che ha investito tutto il Mondo anche i cantieri hanno subito importanti ritardi così che Esteve Camps, presidente delegato del Consiglio per la costruzione, ha annunciato a fine settembre 2019 che “…a meno che non succeda un miracolo, i lavori non potranno essere terminati nel 2026 come era stato previsto”.
Questo edificio è stato realizzato con le donazioni di persone e con i ticket d’ingresso degli oltre 4,5 milioni di visitatori di ogni anno, con entrate per circa 100 milioni di euro… ma gli esigui 17 milioni entrati in budget nel 2019 ne ritarderanno la conclusione.
Solo durante la guerra civile il progetto fu interrotto…
Nel 2021 è stata terminata la Torre di Maria, la seconda più alta della Sagrada Familia con 138 metri di altezza e sormontata da una stella a dodici punte che si illumina tutte le notti.
Nel 2022 sono state terminate due delle torri degli Evangelisti: Luca e Marco rispettivamente rappresentati da un toro e da un leone.

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Foto personali by SARA BOLOGNINI @sarabolognini_photo
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